Hey,
la settimana scorsa ero troppo esausto, al ritorno da qualche giorno a Londra, per scrivere bene. Così, ho deciso di prendermi una pausa. Ti capita mai di prenderti una pausa?
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I miei ultimi pezzi su Elle Decor:
una guida su dove mangiare a Copenhagen
l’intervista al cuoco Andrea Aprea per rispondere a una domanda complicata: cos’è il lusso nel cibo?
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Di Liquid Glass, il nuovo paradigma visivo di Apple si è parlato e straparlato. In attesa di una beta stabile sulla quale mettere i polpastrelli, ho trovato molto utile questo video, pubblicato proprio da Cupertino, che spiega tanti aspetti di design e usabilità che durante il keynote non aveva senso spiegare.
Rimane comunque imbarazzante l’assenza dell’AI dal keynote. E in quest’intervista del Wall Street Journal si vede tutta la difficoltà degli executive di Apple nel gestire l’argomento.
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Non ho fatto in tempo a Londra a visitare questa nuova costola del V&A Museum: un grande, se non il più grande deposito-museo aperto al pubblico. La prossima volta.
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C’è aria di crisi nel rapporto fra OpenAI e Microsoft, con la prima che vuole più autonomia. E, intanto, l’azienda capitanata da Sam Altman ha appena chiuso un accordo da 200 milioni con la difesa americana.
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Nel “calciomercato” dell’AI, Zuckerberg ha appena messo a segno la seconda acquisizione più grande di sempre, dopo WhatsApp. Scale AI, una startup che si occupa di etichettare manualmente contenuti per le AI (esempio: segnalare che in una foto c’è un cane), è ora al 49% di Meta, una percentuale che non ne dà il controllo totale forse per evitare grane con l’antitrust. Forse è anche per questo che WhatsApp presto avrà la pubblicità: serve monetizzare. Intanto, Meta ne ha fatta un’altra delle sue: ha reso pubbliche le domande di alcuni utenti fatte a Meta AI.
Intanto, il 20 giugno l’azienda lancerà anche i primi smart glasses con Oakley.
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La tecnologia corre così tanto, che la Gen Z ha deciso di tornare indietro: ora è il momento del BlackBerry, al quale è dedicata anche un film su Netflix. Decisamente meglio del Trump Phone (ovviamente impossibile da produrre tutto negli USA), che avrebbe decisamente di meglio a cui pensare.
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Un bell’articolone distopico di Wired US su tutto ciò che potrebbe andare male tecnologicamente parlando.
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Prima o poi doveva succedere: gli investimenti pubblicitari in contenuti generati dagli utenti hanno superato quelli per contenuti creati professionalmente. Almeno finché non verrà superata, a sua volta, dagli investimenti in contenuti generati dall’AI (siamo molto più vicini di quanto possa sembrare).
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Una cosa interessante sull’AI: uno studio americano dimostrerebbe che se sappiamo che una cosa è creata dall’AI, la nostra percezione di qualità cambia.
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Entrare nel “flow”, quello stato quasi meditativo nel quale un’attività ci sembra semplice, quando il nostro cervello sembra lavorare col pilota automatico, non è qualcosa di casuale, ma può essere allenato. Spiegato tutto qui.
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Vent’anni dopo “Stay hungry, stay foolsih”, un sito raccoglie storie e alcuni documenti del “dietro le quinte” del famoso discorso di Steve Jobs a Stanford, insieme a una versione in HD del video.
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Cose di business: in un momento di incertezza (sempre, ormai), prova con queste domande.
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Mobilità:
il primo motorino di Teenage Engineering
Volvo ha messo l’AI nelle cinture di sicurezza, e ha senso
Caffè al volo
Frasi da film (sito)
Una penna wesandersoniana (Instagram)
Una cosa bella (Instagram)
Una inquietante (Instagram)
Real life series (Instagram)
Liquid Glass (Threads)
Artemide x Squid Game??? (articolo)
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Ci vediamo la settimana prossima,
Gianvito
Chi sono?
Faccio il designer. Orgogliosamente provinciale, con base a Conversano (Bari). Lavoro per il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del consiglio dei ministri. Vita lenta è il mio progetto artistico, Cottura lenta quello dedicato al cibo. LOI è la mia azienda di famiglia. Nel 2025, sono guest curator della sezione Travel di Elledecor.it.
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Ciao Gianvito, ho visto il film su BlackBerry. Mi ha fatto pensare come i fondatori di BlackBerry possano aver pensato che l’aggiunta del trackpad al posto della “pallina” potesse essere l’evoluzione fondamentale per dare una nuova spinta al prodotto. Apple aveva già dato segnali di puntare sugli schermi, come dimostrato dall’evoluzione dell’IPod. Certo, col senno del poi, siamo bravi tutti.