Hey,
ci risiamo. Vabbè, resistiamo. Un consiglio: i link al punto 11 li leggerei entrambi.
La mia amica Logo legge questa newsletter da tempo immemore, ma soprattutto canta e ha fatto un EP.
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1
Prima di tutto
Allora. Credevamo di essercene liberati e invece no. Non voglio entrare nel merito dei DPCM, ma mi piacerebbe mettere l’accento su qualcosa che secondo me è mancato sin dall’inizio: nella infodemia della pandemia, è mancata l’informazione istituzionale. Nessuno ci ha aggiornati su come si contagia la gente, su quali dati esistono e come vengono utilizzati per prendere decisioni (ho scritto uno status su Facebook su quello che penso). Risultato: la gente è incazzata. Allora, il mio sogno nel cassetto è Alberto Angela al fianco di Giuseppe Conte, ma visto che è irrealizzabile, mi basterebbe vedere dei prodotti così anche in Italia (è in spagnolo, ma ha le figure).
2
Io volevo solo essere un designer
Archiviato il tema del momento (che riprenderò dopo), passiamo alle cose nostre. Molti designer come me vivono sempre più un disagio: quello del proprio job title, ovvero quello che scrivi sotto al nome sulla firma o su LinkedIn. A me i job title precisi non sono mai piaciuti, e infatti ne ho cambiati troppi durante la mia vita, perché sembra che io non possa fare altro rispetto a quello che è scritto. C’è chi prova a sfuggire a questo meccanismo da catena di montaggio, definendosi Multidisciplinary Designer, ma sono in pochi quelli che possono permetterselo. Gli altri, semplicemente, arrancano.
3
Among Us
Torna il lockdown, anche se in versione mini, e tornano i giochi-fenomeno. Se nella prima wave ci eravamo spaccati di Animal Crossing, il nuovo trend è Among Us. Un gioco con una grafica primordiale, server che sono crashati di fronte al successo improvviso, e una dinamica di gioco molto interessante. Spiegato benissimo da Vincenzo qui, analizzato dal punto di vista del design qui, e giocato su Twitch da Alexandria-Ocasio Cortez - stella del Partito Democratico USA - qui.
4
⏯ Distributed 20
Visto che di lavorare in presenza non se ne parla ancora per un po’, puoi guardarti qualche video da Distributed 20, la conferenza organizzata da Miro, l’azienda che realizza il software di collaborazione più usato nel mondo creativo del quale avrei voluto possedere le azioni a inizio 2020.
5
Respira
ASMR in forma di articoli per rientrare più agevolmente nel mood di isolamento. Naviga in un oceano di incertezze attraverso isole di certezze (tl;dr: spera per il meglio, pianifica per il peggio, focalizzati sulle priorità), e ricordati di respirare ogni tanto.
6
Auto-lockdown
C’è chi vive praticamente in lockdown da prima del lockdown. Sono gli honjok, un fenomeno sud coreano simile agli hikikomori, che ha deciso di isolarsi per sfuggire ai dogmi della società coreana.
7
Qui? Lì
Quibi, il servizio di streaming nativo per smartphone, è più lì che qui. Ok, i giochi di parole si sprecano, comunque nonostante i miliardi raccolti dagli investitori e una user experience ottima, il progetto è fallito.
8
L’hamburger è di tutti
Mentre l’Europa prova a combattere la pandemia, nell’Europarlamento è stato brillantemente bocciato un emendamento che avrebbe vietato l’utilizzo di parole “carnivore” riferendosi a cibi vegetali.
9
Editing emozionale
Fra le varie cose presentate da Adobe la settimana scorsa, c’è una funzionalità ancora in beta che Faceapp scansati. Così finalmente potrò sorridere in foto.
10
Anti-advertising advertising club
Ovvero: ti pagano per fare cattiva pubblicità su TikTok ai brand cattivi.
11
Il design può vincere le elezioni
Il 3 novembre i cittadini americani decideranno chi li guiderà per i prossimi 4 anni. Il voto è già iniziato e le schede elettorali sembrano perfino più complicate dei lenzuoloni delle nostre elezioni regionali. Ma la vera domanda è: che impatto ha il design?
12
🎵 Before
Amo musicalmente James Blake fin dalla prima hit. Continuo ad amarlo, e non è certo merito dei suoi capelli ossigenati come i miei.
13
Bonus track
Ho deciso di dedicare mezz’ora ogni settimana per parlare con i lettori della newsletter. Mi piacerebbe sapere cosa fai e come lo fai, perché non si smette mai di imparare. Vediamoci a colazione!
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A presto,
Gianvito