Hey,
questa settimana penso di aver trovato molte cose interessanti da condiverti.
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1
🎵 Cos’hai messo nel caffè?
Anche questo mese arriva la playlist creata per te da Lucrezia Savino, A&R di Universal, e Paolo Zanotti, A&R di Island Records. Come sempre, bella musica.
2
Il caricatore-gate
Ne hanno parlato tutti. Apple rimane sempre la migliore azienda al mondo nel prendere decisioni che fanno parlare chiunque, dagli esperti ai boomer che scrivono su Facebook. I nuovi iPhone stanno arrivando e, tranne in Francia, non hanno il caricatore e le cuffiette col filo, ma solo un cavo USB C-Lightning. Il reparto marketing di Apple, pensandoci scemi, ce l’ha venduta come una scelta ambientalista. Personalmente non credo che sia così e mi associo a questo articolo profetico, pubblicato quando l’assenza del caricatore era solo una voce. Rimango convintamente un cliente Apple e credo che il futuro sia wireless, ma il green washing non mi piace. Si doveva fare meglio.
Questo video non c’entra niente col caricatore, ma è molto bello.
3
Daniel Ek
Daniel Ek è uno dei pochi startupper europei che ce l’hanno veramente fatta. Ha fondato Spotify e, nonostante qualche uscita che ha fatto incazzare i musicisti, la sa veramente lunga. Lunga, come questa intervista molto interessante che ha rilasciato al The Observer Effect. Si parla di come organizzare degli incontri proficui, come gestire il tempo, come costruire una cultura aziendale e della dicotomia fra algoritmi ed editorialità. Anche se è lunga, scorre veloce.
4
Ciao Enzo
Il Covid ci ha portato via Enzo Mari e sua moglie Lea Vergine. Enzo Mari ha progettato alcuni dei prodotti più celebri del design italiano, vincendo 4+1 Compassi d’Oro, ma prima di tutto è stata una mente importante che ci lascia pensieri forti e una grande eredità.
5
Illustrator per iPad
Finalmente è uscito Illustrator per iPad. Mentre Photoshop diventa sempre più bravo a scontornare cose. Direi che queste sono le notizie che tutti i software-nerd stavano aspettando.
6
La nuova mappa digitale della metro di New York
La mappa della metro di New York è stata l’oggetto di una disputa lunghissima fra Massimo Vignelli e John Tauranac. Vignelli aveva il merito di averla disegnata in modo molto razionale e facile da leggere se dovevi muoverti nel sottosuolo. Il problema è che la mappa non rappresentava molto bene la reale conformazione della metro, e questo ai new yorkesi non piaceva. Così arrivò la mappa di Michael Hertz Associates commissionata dal cartografo Tauranac. Oggi la disputa si può dire conclusa non solo perché Vignelli è morto qualche anno fa, ma perché l’agenzia Work&Co. ha creato gratuitamente una mappa digitale molto bella che unisce perfettamente le mappe di Vignelli ed Hertz. Se t’interessa saperne qualcosa vai qui; se vuoi approfondire, puoi leggere questo articolo.
7
La fine di Immuni
Il titolo è un po’ forte, ed è preso da questo pezzo che mostra LA mancanza di Immuni. Un’app fatta bene alla quale sta mancando tutto il resto: il servizio per farla funzionare. Mostrando l’assenza di pensiero sistemico che ci attanaglia. Che peccato!
8
Le mail che si scrivono da sole
Qui sopra ti ho già parlato di GPT-3, l’incredibile algoritmo capace di scrivere qualsiasi cosa. Ora si è messo a scrivere le email, facendoci vedere i suoi limiti e il possibile ruolo di noi inutili esseri umani.
8
Il 2020 è un anno triste
Non è una novità, ma ora ce lo provano anche gli algoritmi. Sempre a proposito di algoritmi, pare che le cipolle siano incredibilmente sexy.
9
L’app che legge i fondi di caffè
Non sapevo che in Turchia la gente pagasse altra gente per farsi predire il futuro leggendo i fondi di caffè, anche se è una pratica tecnicamente illegale. Un ex-modello di Armani, invece, lo sapeva e così ha creato Falladin, un’app che legge i fondi di caffè.
10
Asbestos
Dildo. Hell. Boring. Non sto sparando parole a caso, ma nomi di paesi che hanno deciso di cambiare il proprio nome, o di non cambiarlo, per sfruttarne il potenziale di marketing.
11
L’urbanistica degli skateboard
Finalmente si costruiscono skate park. Cosa c’insegnano gli skater sull’urbanistica delle nostre città? Ma, soprattutto, come dovremmo costruire gli skatepark?
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Mercoledì ti invierò la prossima mail.
Aprila, mi raccomando.
A presto,
Gianvito